The Musical Brain. Mith and Science

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Lecce, Lecce, Italy
Laurea in Medicina e Chirurgia nel 1970 presso l’Università degli Studi di Padova con 110 e lode. Specializzazione in Neurochirurgia presso la stessa Università nel 1974. Direttore dell’U.O. di Neurochirurgia dell’Ospedale “V. Fazzi” di Lecce fino al 2011. Componente del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neurochirurgia dal 2004 al 2008. Presidente dell’Associazione Mozart Italia Sede di Lecce. Vicepresidente dell’Associazione “Amici della Lirica T.Schipa” di Lecce. Rappresentante della Provincia di Lecce presso il Conservatorio "Tito Schipa" di Lecce per gli anni 2020-2022. Ha curato per alcuni anni la critica musicale di alcune testate locali. La profonda passione per la Musica e le Neuroscienze ha generato le seguenti pubblicazioni: The Musical Brain: Mith and Science, World Neurosurgery, 2010, 73, 5:442-453; Musica e Cervello. Mito e Scienza. Zecchini Ed., 2017; Melodie ossessive. Autobiografia in musica. Zecchini Ed., 2018; Musica e Cervello 2. Emozioni, genetica e terapia. Zecchini Ed., 2019. Musica e Destino. Mimesis ed.2021

lunedì 19 ottobre 2020

Dalle mie "Melodie Ossessive"

Rondò Finale

"Arriverà il momento in cui conterò i giorni, le ore che mi separano dai miei miti: la mamma in primis e quindi Bach, Mozart, Schubert.

Ma avrò realmente la possibilità di entrare in contatto e comunicare con loro?

O è soltanto pura fantasia, invenzione carica di speranza: forse un semplice segno di continuità con tutto ciò che sono stato e continuo ad essere. E che mi fa vivere.

Con Franz condividerei il percorso del dolore e le lacrime.

A Bach, il sommo, offrirei le mie conquiste e i miei fallimenti.

Ad Amadé chiederei di riconciliarmi definitivamente col creato, come ha cercato di fare finora.

A mamma di abbracciarmi fortissimo e a lungo fino a togliermi il respiro.

Finalmente!"

martedì 13 ottobre 2020

·      La musica riveste da sempre un ruolo fondamentale nella vita degli esseri umani. In ogni individuo, già dalla prima infanzia, vi è una grande disponibilità verso il suono. La musica e i suoni accarezzano la persona umana già nell’ambiente intrauterino. Siamo di fatto creature musicali. Da oltre 20 anni le neuroscienze affrontano con amore e passione lo studio deirapporti fra musica e cervello e invocano la musicoterapia come valido supporto nella cura di molte malattie anche gravi, quali il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, l’Atassia, l’Autismo. Molti colleghi sono ancora scettici sull’utilizzazione della Musica in ambito terapeutico. Questo dipende probabilmente dalle scarse conoscenze e da una certa pigrizia verso nuove possibilità terapeutiche non farmacologiche. E pensare che Pietro Lichtenthal nel suo Trattato dell’influenza della musica sul corpo umano” del 1811 affermava: “Degno d’esperimento d’un medico è, a parer mio, il ricercare quanta sia la forza dell’arte musicale sull’uomo, e, condotto da ragionamento filosofico, trarne uso talora nella cura delle malattie. Questa idea non fu onorata finora secondo la sua eccellenza “.


 

lunedì 12 ottobre 2020

Gli esseri umani volevano trovare un rimedio ai tormenti del cuore; superare le contraddizioni che na­ scono dalla sofferenza, dalla paura, dalla rabbia e dalla ricerca di uno stato di benessere. Si sono quindi rivolti alla meraviglia e allo stupore e hanno scoperto la musi­ca, la danza, la pittura e la letteratura. (Antonio Damasio: Lo strano ordine delle cose. Adelphi, 2018)


 Donare un sorriso

Rende felice il cuore: 

Arricchisce chi lo riceve
Senza impoverire chi lo dona. 

Non dura che un istante
Ma il suo ricordo rimane a lungo. 

Nessuno è così ricco
Da poterne fare a meno
Né così povero da non poterlo donare. 

Il sorriso crea gioia in famiglia
Dà sostegno nel lavoro
Ed è segno tangibile d’amicizia. 

Un sorriso dona sollievo a chi è stanco, 

Rinnova il coraggio nelle prove
E nella tristezza è medicina. 

E se incontri chi non te lo offre,
Sii generoso e porgigli il tuo:
Nessuno ha tanto bisogno di un sorriso 

Come colui che non sa darlo. 

(Padre Faber) 

domenica 11 ottobre 2020

 Chiamo amore quell’esperienza intensa, indimenticabile e inconfondibile che si può fare soltanto nell'incontro con un'altra persona.

Non c'è quindi amore con una cosa astratta, con una virtù. Non c'è amore solitario. L'amore suppone sempre un altro e si attua in un incontro concreto. Per questo l'amore ha bisogno di appuntamenti, di scambi, di gesti, di parole, di doni che, se sono parziali, sono tuttavia simbolo del dono pieno di una persona ad un'altra.

Amore è dunque incontrare un'altra persona scambiandosi dei doni, è esperienza in cui si dà qualcosa di sé e c'è più amore quanto più si dà qualcosa di sé.

L'amore è un incontro in cui l'altro ci appare importante, in un certo senso più importante di me: così importante che, al limite, io vorrei che lui fosse anche con perdita di me (Carlo Maria Martini)